L’eterna sfida del Barocco: Bernini o Borromini?

L’eterna sfida del Barocco romano: Bernini o Borromini?

Alla scoperta del Barocco romano, con l’eterna sfida tra i suoi due più importanti esponenti, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini.

Continua la sfida del Barocco romano: Bernini o Borromini? Una passeggiata per ragazzi nel centro di Roma alla scoperta dei monumenti e delle opere dei due maestri, analizzandone la vita, le storie e la loro genialità.

Bernini era un uomo di straordinaria abilità, ambizione e carisma.
Borromini, ugualmente bravo, era più taciturno, schivo e profondamente religioso.

La chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane di Borromini

Per i lavori della Chiesa di San Carlo alle Quattro fontaneBorromini si offrì di prestare la sua opera gratis, tanta era la delusione con cui aveva abbandonato sia il cantiere della Fabbrica di San Pietro, sia i lavori per Palazzo Barberini.

Sulla facciata della chiesa si nota uno dei segni più caratteristici e rappresentativi dell’opera di Borromini: l’alternanza delle linee concavo – convesse che danno un armonico movimento a tutta la struttura e che l’artista utilizzerà sempre in tutte le opere che svilupperà, da Sant’Ivo alla sapienza a Sant’ Agnese in Agone, solo per citarne alcune.

All’interno l’ambiente rispecchia il carattere sobrio dell’artista: tutto è in stucco bianco, monocromatico, colpisce la strana forma della pianta, non più a croce greca o latina, ma a forma di ellissi. Non ci sono navate laterali, ma solo un unico ambiente.
Se guardiamo attentamente la cupola, si notano varie forme: il cerchio, l’esagono, l’ottagono, tutti segni dell’importanza per Borromini del simbolismo geometrico.

La chiesa di Sant’Andrea al Quirinale di Bernini

Poco distante da San Carlo alle Quattro fontane, troviamo una piccola chiesa, dalla facciata sobria, è la chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, voluta nel 1658 da Papa Alessandro VII Chigi, come cappella per i suoi cortigiani e commissionata a Bernini.
Al suo interno, esatto opposti di San Carlo, si nota subito il diverso atteggiamento dell’artista verso la vita, uno sfoggio di oro e marmi colorati, l’altare maggiore in oro e lapislazzuli, così come la magnificente dorata cupola. La pianta è ovale anche in questa chiesa.

Palazzo Barberini: la scala elicoidale di Borromini e lo scala quadrata di Bernini

Un esempio di collaborazione tra i due artisti rivali è Palazzo Barberini, dove alla morte dell’architetto e maestro Carlo Maderno i due parteciparono alla costruzione, con l’ideazione di due scale, esempio evidente della diversità dello stile barocco e soprattuto dei caratteri.

La scala di Borromini, ispirata alla scala del Vignola per Palazzo Farnese, a Caprarola, e quella del Bramante ai Musei Vaticani, è a forma elicoidale. Borromini sviluppa il principio dell’avvitamento attorno ad un asse di rotazione, ogni girata è composta da 12 colonne doriche binate decorate con piccole api, simbolo araldico dei Barberini.

Mentre Bernini per la suo scala quadrata a pozzo dovette tener conto di una più complessa articolazione di livelli, perché si inseriva nella preesistente ala settentrionale dell’edificio Sforza. Partendo dal piano più basso lo scalone doveva infatti collegare l’ingresso principale sul cortile della Cavallerizza con la già esistente scalinata.

Malgrado le loro differenze, Bernini e Borromini ebbero in comune un amore profondo per Roma, la loro città adottiva, città che contribuirono ad abbellire e a rendere infinitamente più bella grazie al loro inconfondibile stile e rendendo il Barocco, ancora oggi, eccellenza dell’arte del Seicento italiano.